Donne in Afghanistan

Donne in Afghanistan

La Uilcom quest’anno ha contribuito alla campagna a difesa delle donne afghane, promossa dalla fondazione Pangea, abbiamo chiesto a Toni Capuozzo, una delle firme più importanti del giornalismo nazionale ed internazionale per anni inviato speciale del Tg5 di rilasciarci una sua testimonianza che orgogliosamente pubblichiamo.

Perché dovremmo occuparci ( e preoccuparci) delle donne afghane? Si, per solidarietà, per compassione, per sdegno. Ma sono tutti sentimenti che sfioriscono presto. Dovremmo occuparcene perché la condizione della donna in Afghanistan è uno specchio. Ci riporta ai secoli peggiori della nostra stessa storia e ci trae in inganno, illudendoci che prima o poi anche li arriverà un presente di giustizia e uguaglianza . Ci inganna facendoci respirare di sollievo , per il solo fatto di vivere dove viviamo, e ci trattiene nel rivendicare spazi  e diritti , nel denunciare violenze e prevaricazioni, come se, davanti all’orrore subito da altre fosse meglio accontentarci. Ci rivela quello che a volte temiamo di dire: la condizione femminile è la cartina di tornasole di una civiltà, riassume in sé ogni altro diritto, da quello dell’istruzione al diritto al lavoro. Aiutare le donne afghane allora, non è solo aiutare loro, o sentirsi generosi e solidali. L’idea che l’abbigliamento di una donna possa favorire , se non addirittura giustificare, la violenza su una donna non è la versione minimale del burqa gettato a coprire la provocazione del corpo femminile? Aiutarle è aiutarsi, aiutare noi stessi.

       Toni Capuozzo